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Permessi ex Legge 104

Quando il loro utilizzo può essere improprio?
La Corte di Cassazione, con ordinanza 28606/2021, ha stabilito che la sussistenza del nesso causale tra lassenza al lavoro e lassistenza al disabile è condizione fondamentale per la corretta fruizione dei permessi, altrimenti si configura un utilizzo improprio degli stessi e una violazione dei doveri di correttezza e buona fede che devono contraddistinguere un rapporto di lavoro. Larticolo 33 della #Legge104/1992 ha subìto nel tempo continue modifiche. Si è passati dalla formulazione originaria che chiedeva il requisito della convivenza, ai requisiti della esclusività e continuità dellassistenza al disabile. In realtà più recentemente grazie alle interpretazioni della giurisprudenza, il legislatore è intervenuto eliminando questi ultimi due requisiti. Proprio alla luce di questi presupposti, la Corte di Cassazione si è espressa sottolineando come il lavoratore che chiede il permesso deve sì garantire al disabile un intervento assistenziale continuativo e globale, tuttavia nello stesso arco temporale può dedicare intervalli di tempo ad esigenze personali di vita. Per esempio: è stato confermato il licenziamento di un lavoratore che durante i permessi era andato al supermercato a fare la spesa e poi al mare con la famiglia anziché prestare assistenza alla madre disabile. Nellattuale formulazione, lart. 33 si presta sicuramente a varie interpretazioni. La linea di demarcazione tra abuso e uso corretto è molto sottile. Per non incorrere in spiacevoli conseguenze occorre valutare bene la sussistenza del nesso causale che intercorre tra la fruizione del permesso e le esigenze di assistenza del disabile. Per questo è sempre bene chiedere consiglio ad un legale esperto.
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